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La menopausa rappresenta una fase inevitabile della vita di ogni donna, ma i suoi sintomi possono essere tanto vari quanto debilitanti. Vampate di calore, sudorazioni notturne, sbalzi d'umore, insonnia e dolori articolari sono solo alcune delle manifestazioni più comuni.
Esistono nuove alternative farmaceutiche per gestire i sintomi della menopausa? La risposta è sì. Grazie ai progressi della ricerca, oggi si stanno sviluppando trattamenti più personalizzati e con meno effetti collaterali delle terapie tradizionali.
In questo articolo esploreremo alcune di queste opzioni emergenti, offrendo un quadro chiaro e accessibile a chi desidera affrontare questa fase della vita con maggiore consapevolezza.
Introduzione: una fase complessa da gestire
Molte donne si sentono impreparate ad affrontare i cambiamenti della menopausa. L'esperienza può variare notevolmente da persona a persona: alcune riferiscono sintomi lievi e gestibili, mentre altre possono trovarsi alle prese con un impatto significativo sulla loro qualità di vita. I tradizionali trattamenti ormonali non sempre rappresentano una soluzione adatta per tutte, sia per la presenza di controindicazioni che per il timore di potenziali rischi a lungo termine.
Fortunatamente, la ricerca farmaceutica ha fatto passi avanti nel comprendere meglio le esigenze delle donne in menopausa, portando allo sviluppo di alternative terapeutiche più sicure ed efficaci.
Cosa sono le terapie ormonali sostitutive (HRT)?
La terapia ormonale sostitutiva (TOS in italiano, HRT in inglese) è stata a lungo considerata il trattamento standard per alleviare i sintomi della menopausa. Questa terapia prevede la somministrazione di estrogeni e, in alcuni casi, di progesterone per compensare il calo naturale di questi ormoni nel corpo.
Le HRT possono ridurre drasticamente sintomi come le vampate di calore, l’insonnia e la secchezza vaginale. Inoltre, offrono un effetto protettivo contro l'osteoporosi. Tuttavia, studi clinici hanno evidenziato un aumento del rischio di alcune patologie, tra cui tumori al seno e malattie cardiovascolari, soprattutto in donne con una predisposizione genetica o altre condizioni di rischio.
In realtà ulteriori revisioni, tra le quali quella pubblicata su The Lancet nel 2019, ha evidenziato che il rischio associato alla HRT, pur essendo presente, rimane contenuto. Tale rischio dipende dalla durata della terapia, dal tipo di ormoni utilizzati e dalle condizioni individuali della paziente. Lo studio sottolinea, inoltre, l'importanza di una gestione personalizzata, con un'analisi approfondita dei benefici e dei rischi effettuata dal medico.
In pratica “gli autori escludono qualsiasi allarmismo e invitano a considerare l'opportunità di ricorrere alla terapia ormonale sostitutiva quando serve per alleviare i problemi legati al termine della fase fertile” (il virgolettato è tratto dal sito della Fondazione Veronesi).
Esiste però una categoria di pazienti per cui la terapia ormonale sostitutiva (HRT) non è praticabile: si tratta delle donne in cura con agenti antitumorali il cui scopo, come spiegato dall’AIRC, è bloccare la produzione di ormoni per contrastare tumori sensibili agli ormoni stessi. In questi casi, la TOS non può essere utilizzata per alleviare i sintomi vasomotori, come le vampate di calore. Per queste pazienti, la disponibilità di un’alternativa non ormonale per gestire i sintomi della menopausa potrebbe rappresentare un miglioramento significativo della qualità della vita.
Nuove alternative farmaceutiche: cosa offre la ricerca?
Modulatori selettivi dei recettori degli estrogeni (SERM)
Una delle alternative più promettenti è rappresentata dai modulatori selettivi dei recettori degli estrogeni (SERM). Questi farmaci mimano alcuni degli effetti benefici degli estrogeni senza stimolare i recettori associati a rischi oncologici.
Studi recenti hanno dimostrato che l’uso di SERM può anche migliorare la qualità del sonno e ridurre l’intensità delle vampate di calore in alcune donne. Tuttavia, anche questi farmaci non sembrano essere del tutto esenti da effetti collaterali
Inibitori della neurochinina B
Un'altra opzione innovativa riguarda gli inibitori della neurochinina B, un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione della temperatura corporea. Questi farmaci sono in fase avanzata di sperimentazione clinica e mostrano risultati promettenti nella riduzione delle vampate di calore, senza influire sui livelli ormonali.
Integratori a base di fitoestrogeni
I fitoestrogeni sono composti di origine vegetale che imitano parzialmente l’azione degli estrogeni. Tra le fonti principali vi sono la soia, il trifoglio rosso e i semi di lino. Questi integratori sono spesso utilizzati da donne che preferiscono soluzioni naturali, sebbene la loro efficacia vari in base alla sensibilità individuale.
Tuttavia, i risultati degli studi clinici non sono unanimi riguardo alla loro efficacia. È quindi consigliabile consultare il proprio medico prima di introdurre nella dieta alimenti o integratori ricchi di fitoestrogeni, soprattutto per le donne con una storia di tumori sensibili agli ormoni.
Terapie non ormonali per la salute mentale
La menopausa può influire anche sulla salute mentale, causando ansia, depressione e sbalzi d’umore. Per questi sintomi, vengono spesso prescritti farmaci come gli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI) o della norepinefrina (SNRI), che hanno dimostrato di essere efficaci nel migliorare l'umore e la qualità del sonno.
Peptidi bioattivi e terapia rigenerativa
Un'altra frontiera della ricerca è rappresentata dall'uso di peptidi bioattivi, molecole formate da brevi sequenze di amminoacidi che favoriscono la comunicazione tra cellule.
Questi composti sono in grado di stimolare processi di rigenerazione cellulare, come la produzione di collagene e la riparazione di tessuti danneggiati, modulando al contempo i processi infiammatori.
Tali proprietà li rendono promettenti nella gestione dei sintomi associati all'invecchiamento, tra cui il calo di elasticità della pelle, la perdita di massa muscolare e il deterioramento delle articolazioni. Sebbene questi trattamenti siano ancora in fase sperimentale, i risultati preliminari suggeriscono potenziali applicazioni future nella cura integrata della menopausa e del benessere generale.
Consigli pratici per affrontare i sintomi della menopausa
Oltre ai trattamenti farmacologici, esistono alcune strategie non farmacologiche che possono aiutare a gestire i sintomi:
Esercizio fisico regolare: attività come lo yoga, il nuoto e il camminare possono ridurre lo stress e migliorare la salute muscoloscheletrica.
Alimentazione equilibrata: una dieta ricca di calcio, vitamina D e antiossidanti può supportare la salute delle ossa e ridurre l'infiammazione.
Gestione dello stress: tecniche di rilassamento come la meditazione e la respirazione profonda possono aiutare a controllare l’ansia e migliorare il sonno.
Ricerche future e prospettive
Infine, gli studi sul microbioma intestinale stanno rivelando una stretta correlazione tra la salute intestinale e i sintomi ormonali.
Il microbiota, infatti, influisce sulla produzione e sul metabolismo degli estrogeni, regolando l'equilibrio ormonale. Un microbioma alterato può aumentare i livelli di infiammazione sistemica, peggiorando sintomi come vampate di calore e dolori articolari. L’uso di probiotici specifici, mirati a ristabilire una flora intestinale sana, si è dimostrato promettente nel migliorare alcuni di questi sintomi.
Alcuni studi clinici hanno evidenziato che i probiotici possono ridurre l'infiammazione e favorire una migliore risposta del corpo ai cambiamenti ormonali, offrendo una nuova opportunità di trattamento non farmacologico per le donne in menopausa.
Conclusione: un nuovo approccio alla menopausa
La menopausa non deve essere vissuta come una condanna inevitabile. Grazie alle nuove alternative farmaceutiche e a un approccio integrato, è possibile affrontare questa fase con maggiore serenità e benessere. Le opzioni disponibili sono oggi più numerose e personalizzabili che mai, offrendo a ogni donna la possibilità di trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze.
Ref:
The Lancet :Volume 394, Issue 10204
Fondazione Veronesi
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