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Vivere con il Parkinson: strategie quotidiane per pazienti - e caregiver - con una malattia neurodegenerativa

Immaginate di svegliarvi una mattina e sentire che il vostro corpo non risponde più come prima. Le mani tremano leggermente mentre cercate di versare il caffè, i piedi esitano nel fare i primi passi. Per molte persone, questa è la nuova normalità dopo una diagnosi di Parkinson, una malattia neurodegenerativa che cambia radicalmente la vita non solo di chi ne è colpito, ma anche di chi se ne prende cura.
10/04/2025
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Questo articolo è stato redatto a scopo informativo. Le informazioni contenute in questa pagina non intendono sostituire un parere medico. I professionisti del settore sanitario che lo desiderano possono fare clic qui per accedere alla piattaforma OnTime dedicata all'aggiornamento scientifico.

Oggi, nel mondo, si stima che più di dieci milioni di persone convivano con il Parkinson. Una cifra che continua a crescere, anche a causa dell'invecchiamento della popolazione. Ma se è vero che la medicina ha fatto passi avanti nel trattamento farmacologico e nella comprensione del morbo, è nella gestione quotidiana – fatta di piccoli gesti, strategie, empatia e pazienza – che si gioca la partita più importante.

In questo articolo esploreremo come affrontare al meglio la vita quotidiana con il Parkinson, sia dal punto di vista del paziente, sia da quello del caregiver, la figura che lo accompagna nel percorso di cura.

Cos'è il Parkinson? Una panoramica

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa cronica e progressiva che colpisce il sistema nervoso centrale, in particolare le aree del cervello responsabili del movimento. È causata dalla perdita di cellule nervose che producono dopamina, un neurotrasmettitore fondamentale per il controllo dei movimenti.

I sintomi variano da persona a persona, ma i più comuni includono:

  • Tremore a riposo
  • Rigidità muscolare
  • Lentezza nei movimenti (bradicinesia)
  • Instabilità posturale

A questi si aggiungono spesso sintomi non motori, come:

  • Disturbi del sonno
  • Ansia e depressione
  • Costipazione
  • Difficoltà cognitive


Conoscere il nemico è il primo passo per affrontarlo. Ecco perché una diagnosi precoce e una buona comunicazione con il medico possono fare la differenza nell’impostare una gestione efficace.

L’importanza della routine

La stabilità è una delle armi più potenti per contrastare la progressione dei sintomi. Una routine ben strutturata aiuta il paziente a prevedere le attività della giornata e a organizzarsi di conseguenza. Alcuni consigli pratici:

·      Pianificare i momenti della giornata in base alla terapia

I farmaci antiparkinsoniani hanno un’efficacia temporanea e vanno assunti a orari precisi. È utile pianificare le attività fisiche e mentali nei momenti di massimo effetto del farmaco, noti come “on”.

·      Suddividere le attività

Compiti complessi o faticosi possono essere spezzati in fasi più semplici. Anche vestirsi, cucinare o camminare possono diventare gesti più agevoli se pianificati con calma.

·      Tenere un diario

Registrare sintomi, orari dei farmaci e risposte del corpo può aiutare medici e pazienti a trovare il trattamento più efficace e ad adattare la terapia nel tempo.

Alimentazione e idratazione: piccoli accorgimenti, grandi risultati

Anche se non esiste una dieta specifica per il Parkinson, l’alimentazione può influenzare notevolmente la qualità della vita. Alcuni consigli validi per tutti:

  • Evitare pasti pesanti in concomitanza con l’assunzione dei farmaci, poiché le proteine possono interferire con l’assorbimento del medicinale.

  • Favorire cibi ricchi di fibre per contrastare la stitichezza, un sintomo frequente.

  • Bere molta acqua, soprattutto se si assumono farmaci che disidratano o se il movimento è ridotto.

  • Integrare vitamina D e calcio, previa indicazione medica, per contrastare la fragilità ossea.

L’attività fisica come terapia

Il movimento è un alleato potente nella gestione del Parkinson. Numerosi studi confermano che l’attività fisica regolare può migliorare l’equilibrio, la flessibilità, la forza e persino l’umore.

Tra le attività più consigliate:

Camminate quotidiane, magari in compagnia per stimolare anche il lato sociale
Tai Chi e Yoga, utili per migliorare equilibrio e rilassamento
Nuoto o ginnastica in acqua, particolarmente adatti in fase intermedia o avanzata
Danza, che ha mostrato benefici sorprendenti su coordinazione e ritmo
Non serve diventare atleti: anche 20-30 minuti al giorno possono fare una grande differenza.

La gestione emotiva: un aspetto spesso sottovalutato

Il Parkinson non colpisce solo il corpo, ma anche la psiche. Ansia, depressione, apatia e cambiamenti dell’umore sono frequenti e possono compromettere seriamente la qualità della vita.

È fondamentale che pazienti e caregiver riconoscano questi segnali e si rivolgano a psicologi o psichiatri specializzati. Anche i gruppi di supporto, online o in presenza, possono offrire un importante spazio di condivisione e conforto.

Il ruolo del caregiver: tra fatica e amore

Essere caregiver di una persona affetta da una malattia neurodegenerativa come il Parkinson è un compito tanto nobile quanto complesso.

Il ruolo del caregiver – che sia un familiare, un partner, un amico o un assistente professionale – è centrale nel percorso di vita di una persona affetta dal morbo di Parkinson. Questa condizione non colpisce solo il paziente, ma si ripercuote profondamente sull’equilibrio emotivo, fisico, sociale e finanziario di chi se ne prende cura.

Perché è complesso: le sfide quotidiane

Progressività della malattia

Il Parkinson è imprevedibile: i sintomi motori e non motori cambiano nel tempo. Il caregiver deve adattarsi continuamente a nuove esigenze, affrontando difficoltà che spaziano da semplici azioni quotidiane (vestirsi, mangiare, camminare) fino al supporto nella gestione dei farmaci o della fisioterapia.

Impatto fisico, emotivo e psicologico

Prendersi cura di una persona con Parkinson significa assistere a una lenta perdita di autonomia e, in alcuni casi, anche a variazioni cognitive e comportamentali. Il caregiver può sviluppare ansia, depressione, senso di colpa, frustrazione o isolamento sociale. Secondo il Journal of Geriatric Psychiatry and Neurology, l’attività di caregiving può comportare un carico fisico e psicologico per chi presta assistenza, portando a un aumento delle comorbidità mediche e psichiatriche. Nello specifico, in uno studio condotto su 107 caregiver di persone con malattia di Parkinson nel Regno Unito, 30 partecipanti (26,1%) hanno riferito disturbi muscoloscheletrici, 7 (6,1%) problemi di salute mentale, 5 (4,3%) disturbi respiratori, 4 (3,5%) casi di tumore, 4 (3,5%) diabete mellito e 4 (3,5%) malattie cardiovascolari che compromettono la loro capacità di svolgere i compiti di assistenza.

Gestione della relazione

La relazione tra caregiver e paziente può trasformarsi profondamente. Il partner di una vita o il genitore diventa “paziente”, generando uno sbilanciamento affettivo e relazionale. Mantenere un dialogo empatico, rispettoso e dignitoso è spesso una sfida emotiva.

Perché è nobile: il valore umano del caregiving

Presenza costante e supporto insostituibile

Il caregiver è spesso l’unica figura in grado di garantire continuità di cura e osservazione quotidiana. Il suo contributo può fare la differenza nella qualità della vita del paziente, intercettando tempestivamente segnali di peggioramento o effetti collaterali delle terapie.

Empatia e amore

L’atto di prendersi cura è, nella sua essenza, un gesto d’amore. È un investimento di tempo, energia, attenzione e ascolto verso l’altro. In molte culture, il caregiver è considerato una figura di alto valore morale e sociale, degno di rispetto e tutela.

Sviluppo personale

Molti caregiver raccontano che, nonostante la fatica, l’esperienza li ha resi più consapevoli, empatici e resilienti. Il caregiving può stimolare la capacità di affrontare le difficoltà, di cogliere il senso profondo delle relazioni, di vivere il presente con maggiore intensità.

Alcune strategie utili per i caregiver

Formarsi: partecipare a incontri o leggere materiale informativo aiuta a comprendere meglio la malattia.
Chiedere aiuto: è importante sapere quando delegare o rivolgersi a servizi professionali.
Prendersi cura di sé: il benessere del caregiver è essenziale per garantire un’assistenza efficace e sostenibile.


L’importanza della comunicazione medico-paziente-caregiver

Una buona comunicazione con il neurologo e gli altri specialisti è fondamentale. 

Nel contesto della malattia di Parkinson, il dialogo medico-paziente riveste un ruolo essenziale per una gestione efficace e personalizzata. Una comunicazione aperta e continua con il neurologo e gli altri specialisti permette di adattare le terapie alle esigenze individuali, migliorando l’aderenza e la qualità della vita. 

Paziente e caregiver devono sentirsi ascoltati, liberi di esprimere dubbi, paure o effetti collaterali. Questo scambio favorisce decisioni condivise e consapevoli, rafforza l’alleanza terapeutica e rende il percorso di cura più umano. Un buon rapporto comunicativo può fare la differenza nel riconoscere precocemente i cambiamenti e intervenire tempestivamente.

Conclusione

Vivere con il Parkinson significa affrontare ogni giorno una sfida diversa. Ma significa anche poter contare su una rete crescente di conoscenze, risorse, strumenti e persone che possono fare la differenza. È un percorso che si costruisce insieme, passo dopo passo.Se tu, o qualcuno a te vicino, convive con il Parkinson, non sei solo. Informarsi, confrontarsi, adottare strategie quotidiane e mantenere uno sguardo aperto verso le innovazioni sono azioni che possono migliorare concretamente la qualità della vita.

Approfondimenti

Parkinson: diagnosi precoce e segnali da non sottovalutare

 

 

Referenze

Statistics by Parkinson’s Foundation, https://www.parkinson.org/understanding-parkinsons/statistics

Parkinson’s Disease: Causes, Symptoms, and Treatments, National Institute of Aging, Parkinson’s Disease: Causes, Symptoms, and Treatments | National Institute on Aging

La qualità della dieta, del sonno e la qualità di vita nella malattia di Parkinson,  https://www.parkinson.it/dietetica/la-qualita-della-dieta-del-sonno-e-la-qualita-di-vita-nella-malattia-di-parkinson.html

Physical exercise and Parkinson’s disease https://www.parkinsonsafrica.org/articles/physical-exercise-and-parkinsons-disease/

Caregiver Burden in Parkinson Disease: A Scoping Review of the Literature from 2017-2022,  Journal of Geriatric Psychiatry and Neurology, https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC10802092/

Il valore sociale del caregiver, rapporto di ricerca , Consiglio Nazionale Dell’economia e del Lavoro (CNEL), Ottobre 2024, https://www.bollettinoadapt.it/wp-content/uploads/2024/10/RAPPORTO-CAREGIVER-18ott2024-def.pdf

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